Tecniche di brainstorming: ecco quali sono
L’efficacia delle tecniche di brainstorming è ormai un dato di fatto, comprovato da risultati statistici che confermano la nascita di innumerevoli progetti di successo, il raggiungimento di obiettivi importanti e la risoluzione di svariate tipologie di problematiche.
Le metodologie in oggetto possono essere applicate in qualunque ambito o situazione in cui sia richiesto un processo creativo atto a generare nuove idee e soluzioni.
Nel corso di questo post l’Università Telematica Niccolò Cusano di Napoli ti spiegherà come funziona il brainstorming, i presupposti per sfruttarne al massimo le potenzialità e le caratteristiche delle tipologie di tecniche più utilizzate ed efficaci.
Cos’è il brainstorming
Per comprendere il concetto partiremo dalla definizione di brainstorming presente sul sito della Treccani:
“Tipo di lavoro di gruppo nel quale più esperti riuniti insieme esprimono liberamente le loro idee, anche astruse o paradossali, circa un determinato problema, al fine di rendere possibile, con la loro combinazione, di trovare una soluzione originale e brillante del problema stesso (è una tecnica particolarm. efficace per trovare, ad es., uno slogan pubblicitario, per ideare modi del lancio di un prodotto, ecc.).”
Il termine inglese è composto dalle parole ‘brain’, che significa cervello, e ‘storm’, che significa tempesta.
La traduzione in italiano diventa pertanto ‘tempesta di cervelli’.
Si tratta in realtà di sessioni di lavoro realizzate in gruppo al fine di ideare un nuovo progetto o risolvere un problema.
Nel concreto il brainstorming si realizza attraverso un processo creativo che coinvolge i membri di un team, o di un gruppo di persone in generale, chiamati a produrre idee e/o soluzioni creative.
Il processo di brainstorming è legato alla figura del pubblicitario Alex Osborn, il quale conia ed utilizza il termine nella prima volta all’interno del suo libro ‘Applied Imagination’, il saggio che introduce la metodologia e ne descrive le potenzialità nell’ambito del problem solving.
Le quattro regole identificate da Osborn per la conduzione di un processo efficace sono le seguenti:
- non criticare le idee degli altri
- ogni idea o capovolgimento di un’idea è ben accolta
- la quantità prima di ogni altra cosa
- perfezionamento delle idee
Le linee guida sono pensate appositamente per ridurre le inibizioni tra i partecipanti e allo stesso tempo per stimolare opinioni e pensieri divergenti.
Le fasi
Per poter svolgere un’attività di brainstorming sono necessari i seguenti elementi:
- un problema da risolvere o o un progetto da creare
- un gruppo di persone
- un ambiente rilassato ed informale
- un team leader/moderatore
La figura del moderatore ha un ruolo importantissimo: occuparsi del corretto svolgimento dell’incontro attraverso la moderazione e la stimolazione degli interventi.
Le fasi principali di un attività di brainstorming sono le seguenti:
-
Fase iniziale
Introduzione dell’oggetto della discussione ad opera del moderatore -
Fase divergente
E’ la fase creativa del processo, nell’ambito della quale ogni componente del gruppo da libero sfogo alla propria creatività e al proprio pensiero critico. -
Fase convergente
Prevede la conclusione del processo e la selezione delle idee migliori.
Solitamente, la procedura prevede la distribuzione dell’elenco delle idee emerse dalla fase divergente a tutti i partecipanti i quali sono tenuti a indicare le proprie preferenze in merito a quelle ritenute potenzialmente più valide e realizzabili.
La fase presuppone una prospettiva spiccatamente critica.
Tipologie e tecniche
Entriamo nel cuore del nostro post per analizzare le tecniche di brainstorming più efficaci.
Di seguito un elenco delle metodologie più utilizzate, le relative caratteristiche operative e le situazioni alle quali vengono più frequentemente applicate.
Brainwriting
La tecnica brainwriting è la versione grafica del tradizionale brainstorming e viene utilizzata soprattutto nel settore pubblicitario, per ideare nuovi prodotti e/o per individuare nuove idee potenzialmente interessanti.
La metodologia risulta particolarmente adatta ai gruppi composti da un numero consistente di partecipanti, per i quali la discussione a voce si rivelerebbe troppo caotica, e per i team nei quali i componenti parlano lingue differenti.
Lo svolgimento prevede la figura di un conduttore il quale distribuisce a ciascun partecipante un foglio con su scritta una frase; quest’ultima funge da spunto per lo sviluppo della propria idea.
Il foglio con l’annotazione del pensiero deve essere passato ad un altro componente del gruppo, quello seduto di fianco, che dopo aver aggiunto la propria idea lo passerà a sua volta ad un altro.
Alla fine del giro ogni foglio conterrà un numero considerevole di idee dalle quali estrapolare quelle più interessanti per il raggiungimento dell’obiettivo fissato all’inizio della sessione creativa.
Crawford slip writing
Per le sue modalità di esecuzione il crawfors slip writing è considerato una variante del brainwriting; è utilizzato soprattutto nei casi in cui il gruppo è particolarmente numeroso o quando si ha l’esigenza di produrre una grande quantità di idee.
Il funzionamento prevede la distribuzione, a ciascun partecipante, di un block-notes sul quale sono annotate frasi e immagini.
Partendo dagli spunti forniti come base ogni membro del gruppo è tenuto ad annotare un’idea su ognuno dei fogli del blocchetto.
Mind Map
La tecnica mind map riprende il concetto delle mappe mentali: si parte da un’idea, un concetto o una problematica, scritta al centro di una lavagna, foglio o supporto digitale, per poi costruire intorno ad esso rete di pensieri correlati.
Il mind mapping è uno strumento, che applicato al brainstorming, consente di sviluppare uno schema grafico contenente un insieme di idee.
L’efficacia della tecnica scaturisce dalle enormi potenzialità della mappa in ottica di visual thinking; in altre parole la visualizzazione delle idee stimola le capacità creative e di conseguenza la produzione di nuovi spunti per il progetto in corso.
Giochi di ruolo
Tra le migliori tecniche di brainstorming, una delle più efficaci è quella che sfrutta le potenzialità dei giochi di ruolo.
Si tratta in altre parole di recitare una parte, di mettersi nei panni di un’altra persona immedesimandosi il più possibile nei rispettivi pensieri e comportamenti relativamente alla risoluzione di una problematica.
La tecnica del gioco di ruolo, con immedesimazione nella figura del cliente tipo, è particolarmente adatta ai casi in cui bisogna creare un nuovo prodotto.
Rawlinson Brainstorming
La tecnica Rawlinson punta sul lavoro individuale per cui risulta atipica rispetto ai concetti di condivisione e collaborazione sui quali si basa il brainstorming.
Ogni partecipante è tenuto ad esporre le proprie idee senza interagire con gli altri e con i relativi pensieri.
Dal momento che prescinde dall’interazione viene utilizzata prevalentemente all’interno dei gruppi caratterizzati da peculiarità che non consentono comunicazioni prive di giudizi e filtri.
Risulta particolarmente utile nelle situazioni in cui è necessario creare competitività e nei progetti per i quali bisogna individuare i profili potenzialmente più idonei a realizzarli.
Imaginary brainstorming
Il nome della tecnica, per quanto in inglese, lascia facilmente intuire l’aspetto principale sul quale di basa: l’immaginazione.
Partendo dalla problematica ogni partecipante è tenuto a inventare un nuovo contesto e dei nuovi protagonisti, al fine di ridefinire, e tentare di risolvere, il problema sulla base delle modifiche apportate.
Negative brainstorming
Basata su fondamenta di tipo psicologico la tecnica negative brainstorming utilizza la tendenza dell’uomo a focalizzarsi sempre sugli aspetti negativi delle situazioni.
Per quanto nello sviluppo di un progetto la propensione al pessimismo, al pensiero che l’idea non funzionerà o che il problema non si risolverà, possa apparentemente sembrare deleteria, risulta in realtà estremamente utile.
La funzionalità è insita nell’identificazione preventiva delle possibili problematiche che potrebbero insorgere e nella possibilità di strutturare un’eventuale linea operativa per affrontarle.