Quali sono gli sbocchi lavorativi di una laurea in Ingegneria Biomedica?

Tra le professionalità specializzate in indirizzi ingegneristici che offrono maggiori opportunità di impiego sul mercato rientra quella dell’ingegnere biomedico; ecco perché analizzeremo nel corso di questo post gli sbocchi lavorativi di una laurea in Ingegneria biomedica.

L’ambito disciplinare è focalizzato sulla progettazione e sulla gestione di sistemi complessi destinati principalmente all’ambito medico-sanitario, ma anche ai comparti che si occupano di dispositivi digitali e in generale di ICT.

Un percorso di formazione ad indirizzo ingegneristico biomedico è quindi in grado di erogare una preparazione multidisciplinare, che garantisce ottime prospettive occupazionali.

Come diventare ingegnere biomedico: il corso di laurea

L’ingegnere biomedico è il profilo che contribuisce al progresso delle scienze mediche attraverso l’applicazione delle discipline ingegneristiche.

L’attività di un professionista qualificato è finalizzata allo sviluppo e/o al miglioramento dei dispositivi di diagnosi, terapia, riabilitazione e supporto alle funzioni vitali.
Si tratta quindi di una professionalità che si occupa di sviluppare soluzioni per la prevenzione e la cura della malattie, ovvero per il miglioramento della qualità della vita dei pazienti; il tutto attraverso la progettazione e la realizzazione di dispositivi e apparecchiature mediche, la realizzazione di organi e arti artificiali, lo sviluppo di nanotecnologie e biomateriali.

L’attività di un profilo esperto è strettamente correlata a quella del personale medico, con il quale deve essere in grado di relazionarsi in merito alle tecnologie utilizzate per la cura dei pazienti.

Prima di analizzare le opportunità lavorative per gli ingegneri biomedici è d’obbligo familiarizzare con la materia e con il percorso di studi per specializzarsi in ingegneria biomedica a Napoli.

Come si può facilmente intuire, il punto di partenza per diventare un professionista del settore è un corso di laurea ad indirizzo ingegneristico.
La base ideale per acquisire competenze specifiche è identificabile nel corso di laurea in Ingegneria industriale – curriculum biomedico.

Si tratta di un percorso di studi triennale che mira a fornire le competenze per svolgere le seguenti attività:

  • Progettazione, realizzazione e montaggio di componenti
  • Programmazione della produzione
  • Analisi e valutazione dei costi
  • Progetto, controllo e collaudo dei materiali

Nel dettaglio, il programma di studi approfondisce materie quali la matematica, la geometria, la chimica, la fisica, l’informatica, la termodinamica, la meccanica applicata alle macchine, l’elettrotecnica, la biochimica, l’elettronica, la scienza e la tecnologia dei materiali, le misure meccaniche e termiche, gli impianti ospedalieri, i biomateriali e la biomeccanica.

Punto di forza del programma Unicusano le numerose attività di laboratorio previste per le discipline professionalizzanti, la cui finalità è avvicinare il corsista al mondo reale, pratico e operativo del lavoro attraverso lo sviluppo delle capacità necessarie per poter operare nell’ambito dell’ingegneria biomedica.

Cosa fare dopo ingegneria biomedica: gli sbocchi

 Entriamo nel cuore del nostro post per conoscere le opportunità legate al conseguimento di una laurea in Ingegneria biomedica.

Come anticipato nel corso della premessa l’ingegnere biomedico possiede una preparazione ‘trasversale’ spendibile in tutti i comparti industriali che hanno come core business l’innovazione dei prodotti e dei servizi.
La specializzazione può essere applicata non soltanto nei settori biomedicali, ma anche in quelli afferenti l’elettronica, l’informazione, la meccanica e la chimica.

In Italia le opportunità lavorative risultano piuttosto interessanti, anche se bisogna sottolineare che all’estero l’offerta di lavoro per gli ingegneri biomedici è decisamente più dinamica.

Ecco le professionalità ad indirizzo ingegneristico biomedico più ricercate sul mercato e le relative mansioni:

  • Product specialist: profilo tecnico-commerciale che svolge attività di informazione e formazione in merito alle caratteristiche, alle funzionalità e al corretto utilizzo dei dispositivi tecnologici utilizzati in ambito medico-sanitario.
  • Progettista di strumentazione biomedica: profilo che si occupa di progettare dispositivi finalizzati alla diagnosi, al monitoraggio e alla terapia.
  • Ingegnere in ambito clinico: profilo che si occupa della gestione delle tecnologie biomediche all’interno delle strutture sanitarie.
  • Ingegnere nell’ambito della telemedicina:profilo che si occupa dello sviluppo di applicazioni finalizzate al trasferimento dei dati medici da una sede all’altra per consentire il trattamento dei pazienti in remoto.

In linea generale i laureati in Ingegneria biomedica possono trovare impiego sia nel settore pubblico che in quello privato.
Tra gli ambiti industriali più promettenti le industrie ad alta tecnologia (aerospaziale, biomedicale ecc.), le industrie meccaniche ed elettromeccaniche e chiaramente le industrie specializzate in strumentazioni medicali.

Un professionista può quindi accedere sia all’ambito industriale, come tecnico o come commerciale di prodotti, e sia alle strutture ospedaliere pubbliche e private, dove solitamente ricopre il ruolo di gestore dei dispositivi e dei sistemi medicali.

In estrema sintesi un ingegnere biomedico può trovare impiego all’interno di strutture sanitarie, industrie di produzione di apparecchiature medico-sanitarie, industrie farmaceutiche, aziende di biotecnologie, centri di ricerca, industrie di robotica, società di servizi di telemedicina, laboratori clinici.

Particolarmente interessante in ottica di crescita professionale il campo dell’AI (Artificial Intelligence) che fa riferimento ai software e agli algoritmi applicati nella diagnosi clinica.

Tra gli sbocchi lavorativi di una laurea in ingegneria biomedica rientra anche l’attività di consulenza, come libero professionista oppure in società specializzate.

 

Credits immagine: DepositPhoto.com/bsd


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