Come ricordare meglio: la tecnica del palazzo della memoria
Il palazzo della memoria è in grado di assecondare perfettamente le esigenze degli studenti universitari alle prese con centinaia di pagine da memorizzare; non a caso è una delle mnemotecniche più conosciute, efficaci e utilizzate,
La premessa è interessante e allo stesso tempo ambiziosa in termini di risultati per cui cerchiamo di capire meglio l’argomento di questo post al fine di sfruttarne le informazioni per un apprendimento più rapido e qualitativamente migliore.
Partiamo da un dato di fatto.
Una delle difficoltà maggiori incontrate dagli studenti universitari, nel momento stesso in cui si approcciano a testi ‘voluminosi’, è memorizzare.
La tendenza comune, e anche piuttosto inefficace, è quella di ripetere meccanicamente più volte concetti e nozioni.
Il metodo in oggetto consente invece di utilizzare il cervello in maniera diversa, e decisamente più efficace.
Nel corso dei prossimi paragrafi l’università telematica Niccolò Cusano di Napoli ha sintetizzato caratteristiche e funzionalità della metodologia per consentire agli studenti di velocizzare l’apprendimento
Palazzo della memoria: cos’è e a cosa serve
Il palazzo della memoria è una tecnica di memorizzazione che consente di migliorare le performance mnemoniche attraverso la visualizzazione di immagini e la collocazione delle stesse in luoghi conosciuti.
Da lì deriva probabilmente l’espressione tutt’oggi utilizzata ‘in primo luogo’.
Conosciuto anche come tecnica dei Loci (dal latino locus = luogo) il metodo ha più di 2.500 anni.
Le origini risalirebbero al 550 a.C. e sarebbero legate alla figura del poeta greco Simonide di Ceo, il quale in seguito al crollo di un palazzo, durante un banchetto, diede un contributo fondamentale al riconoscimento dei corpi rimasti sepolti sotto le macerie ricordando esattamente dove erano seduti i commensali.
La tecnica è stata utilizzata nel corso dei secoli anche da Cicerone, uno dei più grandi oratori che tutt’oggi viene ricordato anche per la sua incredibile capacità di tenere orazioni di ore senza alcun supporto scritto.
Tra i nomi illustri che hanno sfruttato la potenza della tecnica anche Giordano Bruno e Sherlock Holmes.
Per capire come funziona è d’obbligo una piccola premessa.
La memoria a breve termine è piuttosto limitata, sia nel tempo che per ciò che riguarda la quantità di informazioni che riesce a contenere.
Per far sì che una quantità maggiore di informazioni rimanga nella memoria per lungo tempo è necessario spostarla nella ‘memoria a lungo termine’.
Lo spostamento è un processo che richiede numerose ripetizioni, che possono essere evitate proprio grazie al palazzo della memoria.
Come funziona
Entriamo nel cuore del nostro post e cerchiamo di capire nel dettaglio come funziona la tecnica dei Loci.
L’efficacia della mnemotecnica è da ricercare nel fatto che essa sfrutta le 2 tipologie di memoria più potenti che abbiamo: la memoria visiva (visualizzazione mentale delle immagini) e la memoria spaziale (percorso mentale attraverso luoghi noti).
In pratica, le metodologia sfrutta due abilità naturali della mente umana, e più precisamente le enormi potenzialità della memoria visiva e la memoria delle cose che conosciamo.
Tutti sappiamo che il cervello umano funziona per immagini.
Se le nuove immagini, legate alle informazioni da ricordare, le associamo ad altre immagini che già fanno parte della nostra memoria a lungo termine si crea una connessione che rafforza il ricordo.
In sintesi, le immagini riportano alla mente le informazioni mentre i luoghi l’ordine in base alle quali devono essere organizzate.
Più le immagini scelte sono ‘strane’ e dettagliate e più sono efficaci ai fini del ricordo.
Inserire la tecnica dei Loci nel proprio metodo di studio universitario consente di velocizzare i tempi della memorizzazione; permette inoltre di ricordare meglio i concetti sviluppando nel contempo la capacità di ragionamento.
Facciamo un esempio per comprendere il funzionamento nel dettaglio.
Che si tratti di memorizzare nomi, date, informazioni tecniche o un intero periodo storico, la metodologia parte dalla scelta di un luogo fisico.
Lo studente deve quindi identificare un percorso al quale associare successivamente le informazioni.
Affinché la tecnica risulti efficace è importante che il percorso sia familiare, che si conosca alla perfezione.
La scelta giusta potrebbe essere ad esempio la propria casa, oppure la strada percorsa quotidianamente per raggiungere l’università.
Successivamente bisogna selezionare le parole chiave dal testo o del capitolo da memorizzare.
Le keywords scelte devono essere convertite in immagini che per assonanza o associazione di idee riportino alla mente le keywords stesse, e di conseguenza anche i concetti a cui sono state associate.
L’ultimo passaggio consiste nel posizionare le immagini nel luogo/percorso identificato in fase iniziale.
Si procede quindi col posizionamento negli spazi: nelle varie stanze della casa oppure lungo il tragitto che porta all’università (ad es. negozi, panchine, aiuole, ecc.)
È importante scegliere anche l’ordine di percorrenza, che nel caso dell’appartamento potrebbe essere impostato sul concetto di ‘orario’ o antiorario’.
Nel momento in cui bisognerà riportare alla mente le informazioni per strutturare un ragionamento logico sarà sufficiente ripercorrere il percorso mentalmente.
Da quanto fin qui evidenziato è piuttosto chiaro che la tecnica del palazzo della memoria risulta particolarmente efficace per lo studio di quelle materie che per caratteristica peculiare prevedono una quantità spropositata di informazioni da memorizzare.