Memoria in psicologia: una definizione

I processi che consentono di memorizzare informazioni relative ad eventi ed esperienze rientrano in un campo di studio estremamente affascinante, in continua evoluzione; ecco perché in questo post abbiamo deciso di approfondire l’argomento fornendo una definizione della memoria in psicologia.

Attraverso i prossimi paragrafi l’università di psicologia di Napoli  Niccolò Cusano intende analizzare brevemente i processi mnestici e le caratteristiche della capacità che hanno gli esseri umani di ricordare. Cercheremo quindi di capire a livello tecnico cos’è e come funziona la memoria al fine di consentire ai giovani di scegliere con consapevolezza il percorso di studi ad indirizzo psicologico.

Cos’è la memoria

La memoria viene convenzionalmente intesa come un magazzino di ricordi, all’interno del quale l’individuo conserva tracce di esperienze vissute.

In riferimento all’uomo il sito della Treccani fornisce la seguente definizione di memoria:

“… la capacità di ritenere traccia di informazioni relative a eventi, immagini, sensazioni, idee, ecc. di cui si sia avuto esperienza e di rievocarle quando lo stimolo originario sia cessato riconoscendole come stati di coscienza trascorsi, sia i contenuti stessi dell’esperienza in quanto sono rievocati, sia l’insieme dei meccanismi psicologici e neurofisiologici che permettono di registrare e successivamente di richiamare informazioni.”

Si tratta di un insieme di processi nei quali intervengono funzioni cognitive come ad esempio l’attenzione e la percezione.
Volendo essere più precisi la memoria non è soltanto un ‘deposito’ di ricordi ma identifica anche la capacità di utilizzare le informazioni immagazzinate per affrontare situazioni di vita.

Il processo di elaborazione mnestica si sviluppa in fasi:

  1. codifica
  2. immagazzinamento o ritenzione
  3. recupero

La fase di codifica trasforma la nuova informazione in una forma (codice) riconosciuta dalla memoria, in maniera tale da poter essere successivamente conservata.
In altre parole l’evento o lo stimolo vengono convertiti in tracce mnestiche.

A seconda dei casi e delle situazioni la codifica può essere attivata in maniera intenzionale o automatica; può inoltre essere influenzata da fattori emotivi, cognitivi e motivazionali dell’individuo o da caratteristiche dello stimolo stesso.

La fase di ritenzione immagazzina e consolida l’informazione, stabilizzando la traccia mnestica nella memoria a breve termine o nella memoria a lungo termine.

La fase di recupero consiste nel ‘recupero’ dell’informazione, ovvero del ricordo, per poi essere utilizzata.
Tale fase non sempre rievoca in maniera accurata, ma si basa piuttosto su una ricostruzione.

La letteratura scientifica precisa che non sempre le fasi si susseguono in sequenza, né necessariamente in momenti separati.

Tipi di memoria

Un’informazione può rimanere nella memoria per un tempo che varia da pochi secondi a tutta la vita.

Nel 1968 Atkinson e Shiffrin postularono l’esistenza di tre tipi di memoria:

  • Memoria sensoriale
  • Memoria a breve termine (MBT)
  • Memoria a lungo termine (MLT)

La memoria sensoriale trattiene le informazioni provenienti dai 5 sensi (vista, udito, tatto ecc); ha una capacità di trattenere le informazioni per brevissimo tempo.

La memoria a breve termine riesce a contenere contemporaneamente poche unità di informazione, che solitamente in un adulto arrivano ad un massimo di cinque.
Il numero dipende dalla tipologia di materiale immagazzinato.

La MBT trattiene l’informazione per un tempo breve, solitamente per una decina di secondi.
Trascorsi i 10 secondi la traccia decade, per cui viene persa, oppure viene trasferita nella memoria a lungo termine attraverso il processo di consolidamento, che consiste a sua volta nella reiterazione.

Si può dire, quindi, che tale tipologia di memoria svolge una funzione di transizione tra la memoria sensoriale e la memoria a lungo termine.

Nel 1974 Baddley e Hitch hanno introdotto un nuovo modello mnestico, che in realtà rappresenta un modello specifico della MBT; si tratta della memoria di lavoro, o working memory’.

L’informazione presente nella memoria di lavoro viene utilizzata nel momento stesso in cui viene percepita.
Viene quindi utilizzata quandosi svolge un lavoro, un’attività cognitiva, o anche quando si ascolta o si sostiene un discorso.

La memoria a lungo termine conserva tutte le esperienze e le conoscenze archiviate nel corso della vita, provenienti dalla memoria sensoriale e dalla memoria a breve termine.
Si tratta quindi di un archivio dalle capacità di immagazzinamento pressochè illimitate, che trattiene ciò che determina il carattere di una persona.

La memoria a lungo termine si divide a sua volta in:

  • Memoria esplicita (o dichiarativa)
  • Memoria implicita (o procedurale

La memoria esplicita include tutto ciò che un individuo è in grado di descrivere in maniera consapevole.

La memoria implicita comprende le abilità motorie, percettive e congitive; non è consapevole ossia non è dipendente da processi consci di ricerca delle tracce.
Rientrano nella memoria implicita attività come ad esempio andare in bici, nuotare o leggere, ovvero tutte quelle attività apprese in un determinato momento del passato che vengono svolte successivamente in maniera automatica.
Tale tipologia di memoria si basa sulla ripetizione.

Ora che hai un quadro generale più chiaro della materia e della definizione di memoria in psicologia puoi decidere con maggiore consapevolezza di intraprendere un percorso di studi ad indirizzo psicologico per trasformare il tuo interesse in una professione.

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