Laurearsi in Giurisprudenza a 26 anni è possibile? Tutte le risposte
Laurearsi in Giurisprudenza a 26 anni può sembrare una mera utopia, ma con la giusta motivazione e una discreta dose di impegno il sogno può diventare realtà.
Partiamo subito con una premessa importante che ci aiuterà a comprendere i motivi per i quali fare carriera in ambito giuridico appare così complicato.
Affrontare un corso di laurea in giurisprudenza con un atteggiamento superficiale e disorganizzato comporta una serie di conseguenze negative e controproducenti per la costruzione di una carriera professionale di successo.
Molti studenti, scoraggiati dalla complessità del programma e dall’apparente impossibilità a gestire l’apprendimento in maniera produttiva, abbandonano al primo anno; altri riescono a conseguire la laurea ma con notevole ritardo.
Soltanto una piccolissima percentuale riesce a laurearsi in tempo.
I dati appena citati non intendono scoraggiare chi ha deciso di iscriversi, oppure è in procinto di farlo, ad un corso di laurea in Giurisprudenza; al contrario mirano a far comprendere la possibilità concreta di laurearsi a 26 anni, o comunque prima dei 30.
Come laurearsi presto in giurisprudenza
Prima di addentrarci nel cuore del nostro post cerchiamo di analizzare un quesito che frequentemente affligge gli studenti universitari: è preferibile laurearsi presto, magari anche a discapito della valutazione, oppure impiegare qualche anno in più ma conseguire un bel 110 e lode?
Dal momento che ogni singolo individuo ha le proprie esigenze e ambizioni non può essere data una risposta generale, unica. Ciò che possiamo fare è invitare il lettore a riflettere.
La maggior parte dei profili giuridici, per ottenere l’abilitazione all’esercizio dell’attività, richiede un iter formativo e burocratico piuttosto lungo.
Ad esempio, avvocato, notaio e giudice sono professionalità che oltre al conseguimento della laurea richiedono esami, concorsi e tirocini. Conseguire una laurea con notevole ritardo rispetto alla tabella di marcia prevista dal percorso di studi quinquennale significa realizzarsi non prima dei 35 anni.
Ecco perché, soprattutto per acuni indirizzi di specializzazione, è importante cercare di ridurre le tempistiche.
Ecco qualche suggerimento per riuscirci.
Non procrastinare
Sappiamo bene che studiare all’università non è come studiare al liceo.
I ritmi sono diversi, la mole di studio è nettamente maggiore e lo studente è chiamato a responsabilizzarsi in merito alla gestione dell’apprendimento. Non c’è più il prof ad assegnare di volta in volta le paginette da studiare ma è lo studente a gestire la quantità di materiale da assimilare per ogni singolo esame.
Per laurearsi in giurisprudenza a 26 anni bisogna rispettare la regola del ‘non rimandare a domani quello che potresti fare oggi’, la quale ci introduce al prossimo suggerimento, nell’ambito del quale ti spiegheremo come evitare di ritrovarti nell’assurda condizione di dover recuperare materiale accumulato a causa della tendenza a procrastinare.
Gestire e ottimizzare i tempi
Per pigrizia, per impegni, per inesperienza, capita a moltissimi studenti di arrivare a ridosso della data prevista per l’esame con un enorme quantità di argomenti da assimilare.
Oltre ad essere stressante, la situazione compromette la produttività e la qualità dello studio; senza contare il fatto che in alcuni casi, quelli più disperati, recuperare è quasi impossibile.
Per evitare di trascorrere giorno e notte sui libri, nell’assurdo tentativo di completare il programma in tempo per l’esame, sono necessari due elementi: organizzazione e ottimizzazione dei tempi.
Tra i vari suggerimenti che leggerai nel corso di questo post, quello sul time management è in assoluto il più efficace; potremmo dire che è l’unico a garantire, da solo, una laurea in tempi brevi.
Attenzione però, oltre ad essere il più efficace è anche il più impegnativo.
Per mettere in atto il suggerimento è necessario procurarsi un planning, una di quelle agende da tavolo che consentono di avere sempre a vista le cose da fare, giorno per giorno.
In alternativa è possibile utilizzare un app o un supporto digitale, purché vengano consultati con frequenza giornaliera.
In linea generale, per la sua caratteristica di non avere una copertina da aprire e di essere presente sulla scrivania, costantemente a portata di sguardo, pensiamo che quello cartaceo assolva meglio la sua funzione; ma chiaramente si tratta di un discorso soggettivo.
In ogni caso, cartaceo o digitale, sul planning devono essere annotati con precisione la data dell’esame e la quantità di materiale da assimilare quotidianamente per arrivare alla prova con un sufficiente grado di preparazione.
In base al tempo da destinare allo studio nel corso della giornata, bisogna suddividere gli argomenti previsti dal programma della materia per i giorni disponibili fino alla fatidica data.
Chiaramente bisogna lasciare una settimana, o possibilmente anche qualcosa in più, per la fase di ripasso, e un margine di tempo che consenta di recuperare eventuali ritardi dovuti a eventi imprevisti.
In conclusione la tabella di marcia, nell’ambito di una stima realistica e attuabile, deve scandire i tempi dell’apprendimento e fornire allo studente una linea da seguire per evitare le maratone di studio in prossimità dell’esame.
Concedersi pause e tempo libero
Continuiamo con un consiglio che tende ad ammorbidire quanto detto fino ad ora.
Per quanto laurearsi in Giurisprudenza in tempi brevi, o comunque prima dei 30 anni, richieda qualche sacrificio, non significa che uno studente universitario per raggiungere l’obiettivo debba rinchiudersi in casa per mesi, in totale isolamento.
Gli estremi non sono mai produttivi.
Bisogna considerare il fatto che il cervello umano, per svolgere al meglio la sua attività, ha bisogno di riposarsi di tanto in tanto.
Memorizzazione e comprensione sono processi impegnativi, che richiedono concentrazione; ecco perché è fondamentale ricaricare le energie.
L’ideale sarebbe dedicare un’oretta al giorno all’attività fisica, per scaricare stress e tensioni.
È altrettanto benefico, oltre che efficace per migliorare le performance cerebrali dopo un’intensa sessione di studio, camminare all’aria aperta, preferibilmente in un contesto che renda possibile un contatto sensoriale con la natura.
Allo stesso modo, per evitare condizioni di stress acute, è importante concedersi qualche momento di assoluto svago, qualche ora di distrazione di tanto in tanto per incontrare gli amici, per andare al cinema o per dedicarsi alle proprie passioni.
Scegliere un corso di laurea online
Concludiamo il nostro articolo dedicato ai suggerimenti per laurearsi in corso in Giurisprudenza con una dritta che riguarda la tipologia di formazione.
Tutti conosciamo il funzionamento della modalità formativa attivata dalle università tradizionali.
Sappiamo bene che i percorsi di studio sono impostati sulla presenza in ateneo, su lezioni da seguire in aula ad orari precisi.
Ciò significa sottostare a una serie di vincoli che causano un dispendio di tempo e di energie.
Prendiamo ad esempio il caso di chi abita lontano dall’ateneo ed è costretto a vere e proprie trasferte per raggiungere l’università; gli spostamenti richiedono tempo, soprattutto quando bisogna fare i conti con il traffico e/o il ritardo e i disservizi dei mezzi pubblici.
Tornati a casa dopo aver affrontato la trasferta e dopo una lezione impegnativa e complessa, le energie per rimettersi sui libri scarseggiano; e chiaramente a risentirne è la qualità dello studio, e anche la quantità di materiale assimilato.
Ecco quindi uno dei motivi per i quali i tempi di un corso di laurea si dilungano.
Per rendere più agevole la frequentazione di un corso di laurea in Giurisprudenza è disponibile una modalità formativa decisamente più flessibile, denominata e-learning.
Si tratta di una metodologia che consente di impostare l’apprendimento in maniera personalizzata, sulla base delle personali esigenze.
Grazie ad una piattaforma telematica è possibile seguire le lezioni in streaming, comodamente dal proprio pc o dispositivo mobile.
Oltre ad essere accessibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7, le video lezioni possono essere ascoltate più volte, un dettaglio che permette di non perdere concetti e passaggi importanti come invece accade quando ci si trova in aula e si tenta disperatamente di appuntare tutto ciò che dice il professore durante la lezione.
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