Vuoi andare all’estero dopo la laurea? 5 consigli da seguire
Spinti dal desiderio di fare nuove esperienze, e possibilmente di migliorare gli orizzonti lavorativi, tantissimi studenti decidono di andare all’estero dopo la laurea.
Aumenta progressivamente la percentuale di giovani che al termine del ciclo di studi universitari scelgon odi lasciare temporaneamente o definitivamente l’Italia, alla ricerca di opportunità che consentano di valorizzare e gratificare anni di studio e sacrifici.
Se da un lato l’idea di partire genera entusiasmo e aspettative, dall’altro determina ansie e preoccupazioni.
Trattandosi di un cambiamento piuttosto importante è fondamentale muoversi nel modo giusto, per rendere l’esperienza produttiva dal punto di vista professionale e il meno stressante possibile dal punto di vista psicologico.
Andare all’estero dopo la laurea: come organizzarsi
Un trasferimento, più o meno breve, in un Paese diverso da quello in cui si è abiutati a vivere richiede programmazione e organizzazione.
Prima di fare le valigie e salutare parenti e amici bisogna predisporsi al cambiamento, sia a livello pratico che mentale.
Nei prossimi paragrafi l’università telematica Niccolò Cusano di Napoli intende fornire qualche consiglio utile per gestire nel migliore dei modi la fase che precede la partenza.
1 – La motivazione
Come accennato in precedenza il trasferimento in un altro Paese determina un cambiamento di vita importante. Affrontarlo con il giusto atteggiamento mentale è fondamentale per evitare di fallire, e di sprecare tempo e denaro.
Prima di prendere una decisione è consigliabile rispondere ad una domanda, semplice ma non troppo: ‘Perché vuoi andare all’estero dopo la laurea?’.
In altre parole bisogna essere in grado di individuare gli obiettivi per i quali si parte.
Le risposte, a seconda dei casi, possono essere varie; tra le più comuni:
- Continuare il ciclo di studi universitario, ad esempio con una magistrale
- Cercare un impiego
- Fare uno stage
- Migliorare la lingua
Qualunque sia la risposta, essa deve diventare la motivazione intorno alla quale organizzare la partenza e gestire l’esperienza/il cambiamento.
2 – La destinazione
Prendere la decisione di partire per un’esperienza all’estero, o addirittura di trasferirsi in un altro Paese, è probabilmente lo step più difficile.
Una volta maturata la consapevolezza di voler lasciare l’Italia per ampliare gli orizzonti occupazionali, o più semplicemente per vivere un’esperienza formativa a livello personale/culturale e/o professionale, bisogna iniziare a stilare un elenco di destinazioni che potrebbero rispondere alle personali esigenze, aspettative e preferenze.
La scelta del Paese deve essere effettuata sulla base della valutazione di una serie di parametri.
Il principale parametro da tenere in considerazione è il motivo per il quale si decide di trascorrere un periodo all’estero, che a seconda dei casi può riguardare la necessità di imparare o migliorare una lingua, di trovare lavoro in un settore specifico, di perfezionare la formazione universitaria con una specializzazione o semplicemente di confrontarsi con una realtà lavorativa diversa.
Attenzione a non sottovalutare altri parametri apparentemente secondari come ad esempio il clima, il contesto sociale, la distanza dall’Italia, gli usi e i costumi.
Per quanto possano sembrare poco importanti sono fondamentali per chi decide di trasferirsi definitivamente e per chi ha intenzione di cambiare vita senza subire gli effetti negativi di un cambiamento drastico e impattante.
3 – Iter burocratico
Individuata la destinazione è necessario affrontare l’aspetto più noioso della partenza: espletare l’iter buricratico richiesto per il viaggio e il soggiorno.
Per ricevere informazioni precise e attendibili è preferibile rivolgersi all’ambasciata del Paese di destinazione.
In linea generale per i Paesi dell’Unione Europea è sufficiente un documento di identità (carta d’identità o passaporto); per quanto riguarda invece i Paesi extra UE sono necessari dei visti.
Per individuare l’ambasciata a cui rivolgersi suggeriamo di consultare il sito del Ministero degli Esteri mentre per i visti e i documenti consigliamo il sito della farnesia viaggiaresicuri.
4 – Le borse di studio
Per quanto trasferirsi all’estero dopo la laurea rappresenti un’opportunità importante per il futuro professionale di un giovane, si tratta comunque di un processo che, almeno in fase iniziale, richiede un investimento economico.
Il viaggio, il vitto, l’alloggio e l’eventuale corso post-laurea sono spese che bisogna mettere in conto, soprattutto quando si parte prima di aver trovato un lavoro.
Il consiglio è di informarsi presso la propria università in merito alle eventuali borse di studio disponibili per chi decide di studiare all’estero.
Nel caso in cui l’ateneo frequentato non dovesse prevedere alcun tipo di supporto economico suggeriamo di rivolgersi ad altre tipologie di enti come ad esempio banche, istituti filantropici e talvolta anche aziende private.
5 – Master post-laurea
L’ultimo suggerimento di questo post riguarda l’eventualità di trasferirsi all’estero e frequentare un master prima di iniziare a cercare un lavoro; o anche frequentare un master e contemporaneamente lavorare.
Si tratta di una possibilità che garantisce da un lato la possibilità di migliorare la lingua e dall’altro di acquisire una preparazione orientata al mondo del lavoro.
Il master consente di integrare la formazione universitaria con competenze specifiche afferenti il settore al quale si intende accedere; competenze che consentono di essere competitivi in fase di selezione.
Tra l’altro, la maggior parte dei master post-laurea prevedono esperienze di stage e tirocini professionalizzanti, che si trasformano in opportunità di impiego estremamente concrete e interessanti.
Oltre ad entrare in contatto con la realtà operativa del campo di riferimento lo stage permette allo stagista di farsi conoscere professionalmente.
Per i profili validi il periodo di tirocinio diventa il trampolino di lancio per un’eventuale assunzione.
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