Attacco di panico durante un esame: ecco come prevenirlo

Hai mai sentito parlare di attacco di panico durante un esame? Sai quali sono i sintomi più frequenti e le cause scatenanti del disturbo?

Probabilmente se stai leggendo questa pagina hai provato almeno una volta quello che viene considerato uno dei più fastidiosi e limitanti disturbi d’ansia e stai cercando qualche rimedio efficace per prevenirlo e/o combatterlo.

Partiamo da un dato significativo: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) quasi un terzo della popolazione europea ha sofferto di un disturbo d’ansia almeno una volta nella vita.
Tra le persone più colpite soprattutto i giovani.

Una delle situazioni tipiche, in cui con maggiore frequenza può sopraggiungere un attacco di panico, è identificabile nei momenti che prcedono una prova, o più comunemente un esame universitario orale.
In tal caso l’ansia può arrivare a bloccare completamente lo studente e a compromettere negativamente l’esito della prova.

Ecco perché l’Università Telematica Niccolò Cusano di Napoli ha deciso di affrontare la delicata tematica, approfondendo quelle che sono le caratteristiche della sintomatologia e i possibili rimedi per prevenire il disturbo.

Ansia da esame

Tutto parte dalla cosiddetta ansia da esame, ovvero dal timore di affrontare una prova o dalla paura di non superarla brillantemente; o in alcuni casi di non superarla affatto.

Una premessa è d’obbligo: la condizione può riguardare sia gli studenti più superficiali che quelli più preparati e coscienziosi.

L’ansia ha una funzione adattiva in quanto permette all’individuo di adattarsi ad ambienti e situazioni attraverso una serie di modificazioni di natura fisiologica e psicologica.
Si tratta di una condizione, che nei limiti della ‘normalità’ tende a migliorare le prestazioni in fase di interrogazione.
Quando però supera certi livelli e si trasforma in patologia l’ansia diventa controproducente per la salute psicofisica del soggetto e per la sua stessa performance.

Le cause

Perché si diventa ansiosi prima di un esame all’università?

La risposta è apparentemente semplice: perché si teme di non riuscire a superare la prova.

In realtà la stessa paura può essere legata a motivazioni differenti, a seconda dei casi.
Può ad esempio scaturire dal timore di essere giudicati negativamente dal professore, da genitori, parenti ed amici; per quanto riguarda gli studenti più diligenti può essere legata alla preoccupazione di rovinare la media; o ancora, può essere correlata alla difficoltà ad accettare voti bassi in quanto erroneamente identificati come valutazioni che afferiscono alla sfera personale.

Ovviamente i cosiddetti ‘perfezionisti’ sono i soggetti maggiormente predisposti a subire stati ansiosi.
Ciò ovviamente non significa che chi non è preparato non provi ansia, anche perché nel caso specifico si ha la consapevolezza di non aver studiato abbastanza.

Alle cause appena elencate si aggiunge la stanchezza per le estenuanti sessioni di studio affrontate durante la preparazione dell’esame e lo stress per aver passato la notte in bianco a causa dei troppi pensieri catastrofici in merito all’esito della prova.

I sintomi

L’ansia da esame provoca sintomi e ripercussioni sia sul fisico che sulla mente.
A livello fisico si verifica una condizione di stress per la quale in corpo rilascia l’ormone dell’adrenalina che, avendo la funzione di preparare al pericolo, causa sudorazione, tachicardia e iperventilazione, la cui intensità varia da caso a caso.

A livello mentale si susseguono pensieri negativi ed eventualità catastrofiche che si autoalimentano e che allo stesso tempo innescano un loop dal quale è difficile uscire.

ansia da esame

Il panico per l’esame

Per prevenire un attacco di panico durante un esame bisogna intervenire sull’ansia.

Gli stati ansiosi più intensi possono essere identificate come le scintille dalle quali divampa e si sviluppa l’incendio, ovvero l’attacco di panico vero e proprio.

Prima di fornirti qualche suggerimento utile per affrontare la tua prossima prova con un approccio mentale sereno, cercheremo di capire cos’è esattamente quella sensazione di paralisi che sopraggiunge improvvisamente quando ci si trova di fronte alla commissione.

Iniziamo dalla definizione di attacco di panico che troviamo sul sito Wikipedia:

“gli attacchi di panico o disturbo da panico, classificati ed inseriti come ‘panic attack/s (PA/s)’ o ‘panic disorder (PD)’ nel DSM (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), sono una classe di disturbi d’ansia caratterizzati da intensi stati di ansia accompagnati da altri sintomi psicologici e somatoformi”

In parole più semplici si tratta di un episodio in cui compare, per un periodo breve, un disagio intenso: un forte stato d’ansia e di paura accompagnati da sintomi somatici e/o cognitivi.

Il soggetto colpito vive un sentimento di paura, che può sfociare addirittura in terrore, per un senso di catastrofe imminente.

L’attacco di panico ha una durata breve; i sintomi raggiungono rapidamente l’apice di intensità e solitamente svaniscono nel giro di 10 minuti.

Tra i sintomi più comuni del disturbo rientrano palpitazioni, tachicardia, sudorazione, tremori, brividi, vampate di calore, dispnea, dolore al petto, nausea, dolori addominali, derealizzazione, depersonalizzazione, sensazioni di asfissia, sbandamento, svenimento; tra le paure che sopraggiungono quella di perdere il controllo, di impazzire o addirittura di morire.

Per completezza di informazione dobbiamo distinguere l’attacco di panico, che abbiamo ampiamente descritto, dal cosiddetto disturbo di panico che consiste nella ripetuta comparsa di attacchi.
Il disturbo di panico si sviluppa sulla paura di un attacco futuro (ansia anticipatoria) ed è caratterizzato da comportamenti che mirano ad evitare tutte le situazioni ritenute pericolose e potenzialmente scatenanti.

Il disturbo induce il soggetto a fuggire dalle situazioni che in precedenza hanno causato il malessere.
Nella quasi totalità dei casi chi soffre di attacchi di panico tende a mettere in atto meccanismi ‘rassicuranti’ e apparentemente risolutivi; in realtà si tratta di abitudini e comportamenti limitanti per la loro stessa quotidianità.

Nei casi peggiori si tende addirittura a chiudersi in casa, perché ritenuto l’unico posto davvero sicuro, e ad evitare qualsiasi contatto con il mondo esterno.

Mentre gli episodi isolati possono non essere oggetto di trattamento, il disturbo viene trattato con terapie che possono essere, a seconda dei casi, di tipo farmacologico o psicoterapico. Per alcune casistiche è richiesta la combinazione di entrambe le terapie.

Suggerimenti per prevenire il panico

L’attacco di panico si sviluppa e manifesta i suoi sintomi a livello fisico; le cause scatenanti sono invece da ricercare nella mente.

Abbiamo già anticipato, nel corso dei precedenti paragrafi, che i pensieri catastrofici e negativi sono quelli che alimentano il disturbo fino all’apice del panico.

Il primo suggerimento, per evitare che durante un esame l’ansia superi i limiti della normalità e sfoci in attacco di panico, bisogna quindi evitare di focalizzare l’attenzione su pensieri negativi.
Bisogna evitare di ripetere mentalmente frasi demotivanti come ad esempio ‘ non supererò mai questo esame’, ‘mi chiederà sicuramente qualcosa che non so’, ‘il professore mi odia’, ‘farò una pessima figura’, ‘verrò sicuramente bocciato’ …
Le frasi e i pensieri pessimistici fanno entrare la mente in un circolo vizioso che oltre a distrarre dal momento influiscono negativamente sul risultato.

Sappiamo bene che interrompere il loop non è semplice per cui ti consigliamo di adottare un piccolo espediente pratico/fisico: concentrati sulle narici del tuo naso e cerca di focalizzarti sulle percezioni legate all’aria che entra ed esce da esse.
All’inizio la mente tenderà a divagare e a tornare sulle ‘catasfrofi’ ma tu non demordere; sposta di nuovo l’attenzione sul respiro e sulle tue narici.

Per prevenire gli attacchi di panico durante un esame bisogna che anche il corpo sia in forma e predisposto ad allontanare il ‘pericolo’.
L’allenamento in tal senso consiste nell’alimentarsi in maniera sana, nel riposare un numero sufficiente di ore ogni notte, nel fare attività fisica e nel concedersi qualche momento di svago per staccare la spina e ricaricare le energie.


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