Cos’è un referendum, come funziona e in cosa consiste il referendum costituzionale di Dicembre.

Il 4 dicembre gli italiani saranno chiamati a votare per il Referendum Costituzionale. Ma cos’è esattamente? Come funziona un referendum? Come si vota?

Sono domande che possono interessare soprattutto studenti appartenenti a corsi di studio come il corso di laurea in Giurisprudenza proposto a Napoli da Unicusano, ma in generale è un sapere che è bene tenere a mente.

Cos’è un referendum.

Il referendum è un istituto giuridico elettorale. Con ciò s’intende indicare un momento in cui il popolo si “riunisce” per deliberare se approvare o meno una determinata proposta di legge, o rispetto ad una singola questione avanzata dal popolo, oppure dal governo.

Si tratta quindi di uno strumento di democrazia diretta, in quanto il popolo, senza intermediari e a prescindere da fazioni politiche, esprime il suo assenso o dissenso sull’oggetto di discussione nello specifico. Si parla quindi di sovranità popolare, sancita dall’art.1 della Costituzione della Repubblica Italiana.

Un referendum può essere richiesto da un quinto dei membri di una Camera, da almeno cinquecentomila elettori o da almeno cinque Consigli regionali entro tre mesi dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della proposta di legge a cui il referendum si riferisce.

Il referendum è costituito normalmente da un quesito al quale il popolo deve rispondere, spesso riferito all’approvazione o all’abrogazione di una legge o di un decreto.

I vari tipi di referendum.

A seconda di ciò che propongono, e quindi a seconda dello scopo che hanno, esistono vari tipi di referendum:

  • Referendum propositivo – viene indetto quando c’è bisogno di proporre una nuova legge, mettendo il popolo nelle condizioni di decidere della legislazione che lo governa.
  • Referendum consultivo – questo referendum serve appunto per consultare il popolo, dunque venire a conoscenza del suo parere riguardo a una determinata questione, spesso politica. Si tratta comunque di un tipo di parere che non è determinante rispetto poi alla reale decisione che ne conseguirà. Ciò significa che se anche il popolo si esprime negativamente non è detto che poi il governo non si comporti in maniera opposta.
  • Referendum confermativo – serve per chiedere il consenso popolare affinché una legge o una norma costituzionale possa entrare in vigore.
  • Referendum abrogativo – al contrario del confermativo, serve per abrogare una legge già esistente o un decreto legge.
  • Referendum deliberativo – in questo caso il popolo è chiamato a deliberare secondo il principio di sovranità popolare, decidendo in merito ad una determinata questione politica.
  • Referendum legislativo – i cittadini si esprimono in merito all’introduzione o meno di leggio di tipo sia locale che statale.

In realtà in Italia, data la struttura del nostro governo e dell’organizzazione della nostra politica, il referendum deliberativo e quello legislativo non esistono.

A seconda del tipo di legge a cui il referendum si riferisce, esso può poi appartenere a due macroinsiemi:

  • Referendum ordinario – riguarda una legge appartenete alla legislazione ordinaria.
  • Referendum costituzionale – riguarda la costituzione.

Vi è poi in ultimo un tipo di referendum particolare, il referendum per l’indipendenza, che chiama il popolo di un determinato territorio a decidere se il proprio territorio debba diventare uno Stato a sé.

Il fatto che un referendum di questo tipo risulti positivo, cioè che il popolo voti per l’indipendenza, non significa che poi essa avvenga nell’effettivo, quindi si può dire che sia in questo senso simile ad un referendum consultivo.

cos'è un referendum

L’esito di un referendum.

Essendo appunto uno strumento finalizzato all’esercizio della sovranità popolare, l’esito di un referendum, che viene confermato e accertato attraverso un Decreto del Presidente della Repubblica, in cui viene messo nero su bianco l’esito definitivo del voto, è una fonte primaria del diritto e vincola i legislatori a rispettare le volontà del popolo, anche se si tratta di un referendum consultivo.

Le forme e i limiti di tale sovranità popolare sono regolate nella Costituzione, insieme a le norme che appunto regolano il sistema referendario e indicano, inoltre, quale materie non sono sottoponibili ad un referendum.

Nel caso in cui venga fatto un volere diverso da quello del popolo, approvando o abrogando comunque una legge, magistrati, politici e associazioni di cittadini possono ricorrere alla Corte Costituzionale per ottenere l’annullamento o il reinserimento di tale legge.

Il quorum.

Si tratta forse del termine più utilizzato quando si parla di referendum. Ma cos’è il quorum? Il quorum è il numero di elettori partecipanti alla votazione necessario affinché essa sia valida.

Non si tratta di un numero stabilito e fisso. Non tutti i referendum prevedono un quorum. Esso di solito viene previsto nei casi in cui s’intenda evitare che un numero esiguo e fin troppo basso di elettore prenda decisioni a nome del popolo tutto. Per questo generalmente, soprattutto nei referendum che riguardano decisioni importanti, è previsto un quorum per salvaguardare l’esito della votazione in rapporto all’intera collettività.

Dunque, se il quorum non viene raggiunto, la votazione risulterà nulla e non avrà alcun effetto sulla legislazione. Si parla quindi di sabotaggio del quorum quando una netta maggioranza decide apertamente di non votare e invita altri a non prendere parte alla votazione. In altre parole, invece di propagandare per un SI o un NO, propaganda per il non voto. Si tratta di una tattica vantaggiosa in quanto a coloro che decidono consapevolmente di non andare a votare si aggiungono automaticamente tutte quelle persone che non prendono parte al referendum per impossibilità o disinteresse.

Il quorum non è obbligatorio per legge ed esistono tre tipi diversi di quorum:

  • Quorum strutturale o costitutivo – indica il numero o la percentuale minima di aventi diritto che devono prendere parte a un referendum affinché questo abbia valore. Si tratta quindi del numero legale di votanti.
  • Quorum funzionale o deliberativo – indica il numero o la percentuale di voti a favore minimi che vanno raggiunti affinché il referendum possa avere valore (positivo, in questo caso).
  • Quorum per opzione – si tratta di un vincolo posto non sul numero minimo di votanti complessivi che si sono presentati al referendum, ma sul numero di votanti in riferimento ad una fazione specifica, che deve raggiungere una certa percentuale affinché il referendum abbia valore.

referendum costituzionale dicembre

Il referendum costituzionale di Dicembre.

In virtù di quanto illustrato finora, la scheda del referendum costituzionale che si terrà il 4 dicembre 2016 presenterà il seguente testo:

“Approvate il testo della legge costituzionale concernente ‘disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione’, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.88 del 15 aprile 2016?”

Barrare il NO equivarrà a NON approvare tale testo di legge. Barrare il SI acconsentirà alla sua approvazione.

Non è previsto il raggiungimento di un quorum affinché il referendum abbia valore.  Questo significa che, indipendentemente dal numero dei votanti che parteciperanno a un referendum, vince l’opzione che ha ricevuto più voti.

Il referendum ha luogo poiché, durante la seconda votazione dei due rami del Parlamento rispetto all’approvazione del ddl Boschi, la legge non è stata approvata dalla maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna camera. Nei casi di revisione costituzionale e di leggi costituzionali, infatti, ciascuna Camera deve votare in merito due volte a distanza di almeno tre mesi tra una votazione e l’altra.


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